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Le Ragioni di un Nome
La polifonia, etimologicamente più suoni ma nel gergo musicale canto a più voci senza l’ausilio di strumenti, è figlia del canto latino-franco più comunemente noto come canto gregoriano. La prova della dipendenza è nel fatto che fin dalle origini (XI sec.) i musici impiegarono le melodie gregoriane come “tenore di composizione” delle loro produzioni polifoniche; alle nuove composizioni venne attribuito il nome del tenore gregoriano utilizzato (Leonino – Scuola di Notre Dame Parigi – seconda metà sec. XII, Viderunt omnes: organum a due voci – tenore gregoriano: Viderunt Omnes: Graduale della Messa di Natale). Questa prassi rimase in auge anche nei secoli seguenti durante i quali si affermò anche l’utilizzo di “tenori di composizione” profani (J. Des Pres(1440/1521): Missa “Ave Maris Stella” – tenore di composizione gregoriano – Inno Ave Maris Stella; Missa “L’Homme Armé” – tenore di composizione – chanson L’homme Armé di anonimo). Nel periodo rinascimentale vari autori composero più di 20 messe utilizzando il tenore L’Homme Armé; poi qualcuno iniziò a crearne di nuovi denominando queste composizioni “Sine Nomine”; fra tutti il Palestrina (1525/1594) compose la Missa “Sine Nomine”. La scelta del nome del coro è pertinente con quanto sopra esposto per due ordini di motivi: il nostro studio musicale si rivolge prevelentemente alla polifonia medioevale e rinascimentale; un coro che tratta detto repertorio intitolandosi ad uno solo dei compositori del periodo farebbe torto a tutti gli altri.